MARCHE, INVESTIRE DI PIU’ SUI SERVIZI SOCIOSANITARI TERRITORIALI IN UNA REGIONE SEMPRE PIU’ ANZIANA

Secondo Cna Pensionati Marche ogni incremento di prestazioni sociosanitarie sul territorio dovrà essere realizzato recuperando le risorse umane ed economiche già presenti all’interno del sistema sanitario regionale, attraverso la riorganizzazione e la razionalizzazione dei servizi in ambito ospedaliero.

  “I bisogni assistenziali dei cittadini non calano, anzi aumentano di anno in anno con l’invecchiamento della popolazione, con le malattie croniche che vengono trascurate, con gli screening che vengono rinviati”. Lo ha dichiarato Aldo Salvi, nuovo Sottosegretario alla Presidenza della Regione Marche.

“Noi” sostengono il presidente di Cna Pensionati Marche Giancarlo Sperindio e il Segretario Sergio Giacchi “ lo diciamo da tempo, servono politiche sociosanitarie sul territorio per i cittadini e per gli anziani marchigiani. E’ stato ribadito anche nel documento consegnato dal Cupla (Comitato Unitario Pensionati Lavoro Autonomo) alla Regione Marche.  Il PSSR approvato lo scorso 9 agosto parla della necessità di potenziare il sistema della prevenzione e delle cure territoriali ma continua ad avere anche una visione ospedalocentrica della sanità marchigiana che mal si concilia con questa affermazione e che sottrae personale e risorse alla sanità territoriale. Riteniamo che, approvato il Piano con i suoi principi generali, ora tocchi alla politica attuarli nelle 5 AST territoriali, evitando sprechi e duplicazioni di servizi ospedalieri e investendo di più sui servizi sociosanitari territoriali, che sono quelli più vicini ad una popolazione sempre più anziana. “

Nel 2024 i marchigiani ultrasessantacinquenni saranno 408 mila, pari al 24,3 per cento della popolazione residente mentre gli over 75 saranno il 13,1 per cento e gli over 85 arriveranno al 4,7 per cento. Secondo stime del Centro Studi Cna Marche su dati Istat, la crescita della popolazione anziana delle Marche, toccherà le 530 mila unità nel 2045. Aumentando l’età media dei marchigiani, aumenteranno anche gli anziani fragili e non autosufficienti, bisognosi di cure, sostegno e attenzioni.

Un fronte aperto e che richiede interventi incisivi del sistema sanitario regionale, è quello dei malati cronici. Sono il 39 per cento dei marchigiani e il 19 per cento ha due o più morbilità. Naturalmente a soffrire di queste patologie sono soprattutto gli anziani.

“Non dimentichiamo” sottolineano Sperindio e Giacchi “che per i prossimi anni non sono previsti aumenti consistenti del Fondo Sanitario Nazionale  per le Regioni e rimarranno le criticità relative alla carenza di personale, dei tetti di spesa e della scarsità di risorse. Se questo è lo scenario, risulta ovvio che ogni incremento di prestazioni sociosanitarie sul territorio dovrà essere realizzato recuperando le risorse umane ed economiche già presenti all’interno del sistema sanitario regionale, attraverso la riorganizzazione e la razionalizzazione dei servizi in ambito ospedaliero.”

Entro marzo 2026 dovranno essere ultimati i 9 Ospedali di Comunità e le 29 Case di Comunità previsti dal PNRR per le Marche.

“Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza” affermano Sperindio e Giacchi “finanzia l’edilizia ospedaliera e l’acquisto di macchinari da destinare a queste strutture ma ai costi del personale per farle funzionare dovrà pensarci la Regione. Ad oggi, secondo lo stesso Assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, mancano circa 2.500 figure professionali tra medici, infermieri e personale sociosanitario. Dove si pensa di trovarle? E sopratutto, come si pensa di pagarle? E infine, come incentivare la valorizzazione e le aggregazioni dei medici di famiglia, indispensabili per il loro funzionamento?”

Ospedali di Comunità e Case di Comunità saranno le strutture intorno alle quali far girare i servizi sociosanitari territoriali. Secondo Cna Pensionati Marche occorre incrementare l’Assistenza Domiciliare Sanitaria e integrarla con l’Assistenza Domiciliare sociale dei Comuni, attivare i Punti Unici di Accesso per la presa in carico dei pazienti, intervenire per ridurre i tempi di attesa per visite ed esami, potenziare nelle aree interne svantaggiate la rete dell’Emergenza Urgenza, con la presenza diffusa di postazioni territoriali del 118 medicalizzate, investire nella Telemedicina.

 

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